Allattamento al seno
Nella storia
L’allattamento ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale nelle società di tutti i tempi; esso è sempre stato strettamente legato a concetti morali di grande importanza: la famiglia, la formazione del carattere di ogni individuo, il ruolo della donna nella società e le sue qualità morali.
C’è sicuramente una prevalenza dell’allattamento al seno materno, ma si sono anche susseguiti dei periodi sia di sperimentazione che di strategie di fronte alle emergenze e, da queste, sono scaturite le diverse tendenze di pensiero, i pregiudizi e le metodologie utilizzate nei secoli.
Nella mitologia greca ci sono abbondanti riferimenti all’allattamento. Anche il mito della formazione della Via Lattea, che ha due versioni, fu il risultato di un aneddoto che coinvolge l’allattamento.
Una delle versioni di tale mito narra che il dio Zeus portò Ercole a bere il latte divino della dea Era (che secondo Esiodo era la balia per eccellenza) mentre ella dormiva: Ercole succhiò con tale forza da svegliare Era, e la dea, allontanandolo da sé, versò alcune gocce di latte che formarono la via lattea; il mito dice anche che Ercole, al ritornare al fianco di sua madre, si era già convertito in un essere immortale grazie al latte bevuto, veicolo di divinità.
L’altra versione del mito narra che, quando la dea Rea dette alla luce Zeus, il suo latte, che sgorgò in grande abbondanza, formò la Via Lattea: Rhea significherebbe infatti “schizzo di latte”.
Sempre nella mitologia greca si racconta che Paride e Atlanta furono alimentati da un’orsa, e il Dio Dioniso fu nutrito con il latte della Dea Luna; il latte e la luna hanno una relazione assai stretta.
Le diverse culture hanno creato divinità proprie dell’allattamento, che lo favoriscono e che proteggono bambini e madri durante tale periodo.
L’atto di allattare, nella letteratura mitologica del mondo intero, ha voluto denotare il sentimento di generosità e, in ogni circostanza, ha significato la creazione di un legame durevole di familiarità; un racconto popolare mongolo, infatti, parla di un agnello e di un cucciolo di leone che, dopo essere stati svezzati da una stessa balia (una leonessa), crebbero come fratelli.
I bambini erano accolti e curati dalla società matriarcale babilonese ed egizia e dagli Ebrei, che consideravano la capacità di partorire e allattare i bambini come un dono di Dio.
Anche nell’antico Egitto, la pratica del baliatico era diffusa. Al tempo dei faraoni il baliatico era usato esclusivamente dai reali. Quando la regina dava alla luce un bambino, il neonato veniva immediatamente messo tra le braccia della balia. Lo stato delle balie egiziane era talmente alto da apparire anche tra gli ospiti di alcune feste funebri regali. In più, i figli delle balie regali avevano il permesso di farsi chiamare “fratelli di latte” del re. I bambini erano allattati solitamente per due o tre anni. Si diceva che tre anni fosse la giusta età per lo svezzamento completo, e veniva considerata l’età di transizione tra la prima infanzia e la giovane adolescenza.
Nell’Antica India, invece, la pediatria era una specialità ben sviluppata; i primi pediatri operavano lì, e le cure e le malattie dell’infanzia vengono descritte in più capitoli dei quattro principali lavori di medicina esistenti.
Nell’antica Roma i primi scritti medici contenenti nozioni pediatriche risalgono al I e al II secolo d.C. Sebbene alcune fonti non-mediche facessero dei riferimenti all’alimentazione, il testo più significativo è “Ginecologia”, scritto dal medico greco Sorano di Efeso. Questo è uno dei primi scritti pediatrici dell’antichità; descrive alcune forme di accudimento dei bambini e le malattie infantili più comuni, così come le cure per le puerpere. È interessante vedere come Sorano faccia dei riferimenti alle correnti pratiche di cure infantili e alle opinioni di altri medici. Si sostiene che Sorano fosse la più importante autorità ad occuparsi di alimentazione infantile nell’era pre-industriale. Un altro importante medico del periodo era Galeno, alcune sue opinioni erano sovrapponibili a quelle di Sorano.
Nell’Europa Medioevale i testi medici riflettevano principalmente le idee di Sorano e di Galeno. Due manoscritti pediatrici erano in uso in parecchie parti d’Europa durante il XII secolo; uno di questi, il “Liber de passionibus puerorum Galeni”, fu probabilmente scritto tra il VI e il IX secolo.
Verso la fine del 1700 venne incoraggiato da medici e filosofi del tempo un ritorno all’allattamento da parte della propria madre. Numerosi personaggi influenti criticavano pubblicamente la scelta delle donne di affidare i propri figli a donne sconosciute e dai dubbi costumi. Infatti, si era già cominciato a scoprire i danni del baliatico. Si era visto che con esso i figli dei ricchi morivano più dei bambini delle classi meno abbienti allattati dalle loro madri. Questo era probabilmente dovuto alla trascuratezza delle balie che certamente non curavano i bambini con la stessa attenzione di una madre. Si fece comunque un passo indietro. Le donne abbienti (quelle povere non avevano mai smesso di nutrire i figli al seno, non potendo permettersi il baliatico) ricominciarono ad allattare ma solo fino al terzo mese. Smettevano, ancora una volta, per tornare ad essere oggetto amoroso per i loro compagni.
Il XIX secolo vide la progressiva scomparsa della figura della balia fino alla completa estinzione agli inizi del ‘900.
Dopo la seconda guerra mondiale, attorno al 1945, negli Stati Uniti si cominciò a diffondere l’uso del latte in polvere. Si sosteneva, e purtroppo gli scienziati lo confermavano, che “il latte materno in definitiva era una soluzione di acqua contenente parti di zucchero, proteine e grassi. Quindi, perché dare il latte di donna? Il latte artificiale era sufficiente, anzi poteva addirittura essere migliore”.
Anche in Italia, nel secondo dopoguerra, il boom economico in un clima di consumismo ha favorito la commercializzazione del latte in polvere creando la cultura della insostituibilità a svantaggio della cultura della stretta necessità.
Gli anni ’60 e ’70 videro in prima linea problemi che riguardavano più propriamente l’emancipazione della donna e la sua liberazione da antichi obblighi e doveri; gli anni ’80 portarono una iniziale inversione di tendenza e con gli anni ’90, invece, si può parlare di una volontà di promozione dell’allattamento al seno, attraverso l’analisi critica di fattori che ne hanno determinato la riduzione: la carenza di promozione da parte delle istituzioni ospedaliere e la mancanza di preparazione dei professionisti, la presenza di regole rigide ospedaliere che separano nettamente madre e figlio e la propaganda dell’allattamento artificiale. Inoltre, si affacciò prepotentemente il bisogno di recuperare la valenza dell’allattamento al seno in termini sia di benefici strettamente legati alle proprietà indiscutibili del latte materno sia alla enorme importanza del bonding post natale.
A tal proposito l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unicef emanarono a partire dagli anni ’80 fino ai giorni nostri una serie di documenti per la promozione ed il sostegno dell’allattamento al seno.
In ordine cronologico:
- Codice Internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno OMS, 1981
- 10 Passi per allattare con successo OMS/UNICEF, 1989
- Dichiarazione degli Innocenti UNICEF, 1990
- Ospedali amici dei bambini OMS/UNICEF, 1992
- Allattamento al seno – come praticarlo con successo – guida pratica per gli operatori sanitari OMS, 1993
- Strategia globale per l’alimentazione del neonato e del bambino OMS, 2002
- Protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno in Europa: un programma d’azione OMS, 2004
- American Academy of Pediatrics – Section on Breastfeeding, 2005
- Protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno in Europa: un programma d’azione – versione riveduta OMS, 2008
- Allattamento al seno: elementi informativi per operatori, 2008
- Codice Internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno OMS, 2012 (Aggiornamento)
Il latte materno, ai giorni nostri e alla luce delle più recenti evidenze scientifiche, risulta essere l’alimento di gran lunga ottimale per il neonato ed il lattante. Infatti, in tema di benefici del latte materno a favore di madre e bambino, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda alle donne l’allattamento esclusivo al seno per almeno sei mesi. Oltre a consentire la forma di nutrimento più completo, esso rappresenta nel tempo il magico incontro tra le due entità che nella vita prenatale erano legate indissolubilmente e che ora si ricongiungono attraverso il bonding postnatale
AREA DOWNLOAD
www.salute.gov.it (salute della donna)
www.unicef.it (10 passi allattamento al seno)
www.epicentro.iss.it (l’allattamento al seno)
www.who.int (Maternal, newborn, child and adolescent health)
www.unicef.org (settimana dell’allattamento)
www.inps.it (diritti lavoratori donne che allattano)
globalhealthmedia.org (video gratuiti)
Caratteristiche
- Lezioni 10
- Quiz 1
- Durata 15 minuti
- Lingua Italiano
- Studenti 42
- Attestato No
- Valutazione Autonoma
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MATERIALE AGGIUNTIVO DI APPROFONDIMENTO
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TEST DI VERIFICA